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Il Cardinale Robert Sarah: verso un’autentica attuazione di «Sacrosanctum Concilium»

È di primaria importanza tornare il più presto possibile a un orientamento comune dei sacerdoti e dei fedeli, rivolti insieme nella medesima direzione — verso Est, o perlomeno verso l’abside —, verso il Signore che viene, in tutte le parti del rito in cui ci si rivolge al Signore. Tale pratica è permessa dalle regole liturgiche attuali. Ciò è perfettamente legittimo nel nuovo rito. In effetti, penso che una tappa cruciale è di fare in modo che il Signore sia al centro delle celebrazioni.

(…)

Dobbiamo cantare la liturgia, ovvero cantare i testi liturgici, rispettare le tradizioni liturgiche della Chiesa e apprezzare il vasto tesoro — che è il nostro — della musica sacra, in particolare la musica propria del rito romano, cioè il canto gregoriano. Dobbiamo cantare la musica sacra propria della liturgia, e non una semplice musica religiosa, o ancora peggio, dei canti profani.
Dobbiamo trovare un buon equilibrio fra le lingue volgari e l’uso del latino nella liturgia. Il Concilio non ha mai avuto l’intenzione d’insinuare che il rito romano fosse esclusivamente celebrato in lingua volgare. Aveva l’intenzione di accrescerne l’utilizzo, in particolare per le letture. Oggi dovrebbe essere possibile, in particolare con i mezzi di stampa moderni, facilitare la comprensione da parte di tutti quando nella liturgia eucaristica è usato il latino. Il latino è inoltre particolarmente appropriato per gl’incontri internazionali, quando la lingua volgare non è compresa da tutti.

(…)

Là dove l’inginocchiamento e la genuflessione sono scomparsi nella liturgia, devono essere ristabiliti, in particolare per la ricezione di nostro Signore nella santa comunione.

Testo completo qui. Complete text in English here. Texte complet en Français ici.

Stop Komunii Świętej na rękę!

Dla wiernych Kościoła katolickiego tradycyjne udzielanie Najświętszego Sakramentu jest istotne również ze względu na minimalizację występowania sytuacji, gdy osoby otrzymujące Hostię na rękę nie spożywały Jej, lecz wykorzystywały w innych celach lub udostępniały Ją innym osobom, doprowadzając do znanych i opisywanych w mass mediach przypadków profanacji Ciała Chrystusa.

La Messe à l’endroit

L’auteur (l’Abbé Claude Barthe) estime que le projet concret de réforme de la réforme pourrait se résumer à la diffusion de ce qui se pratique déjà dans certaines paroisses avec beaucoup de fruits pastoraux:
1/ Réintroduction de la langue liturgique latine,
2/ Distribution de la communion selon le mode traditionnel,
3/ Usage de la première prière eucharistique,
4/ Orientation de la célébration vers le Seigneur au moins à partir de l’offertoire,
5/ Usage en silence de l’offertoire traditionnel.

Χαῖρε βασίλισσα

Ἀντίφωνον.

Χαῖρε βασίλισσα, μῆτερ ἐλέους, ζωή, γλυκύτης, καὶ ἐλπὶς ἡμῶν, χαῖρε. Πρὸς σὲ βοῶμεν οἱ τῆς Εὔας ἐξόριστοι παῖδες. Πρὸς σὲ ἀτενίζομεν στενάζοντες καὶ θρηνοῦντες ἐν τῇδε τῇ τοῦ κλαυθμῶνος κοιλάδι. Ἄγε δὴ συνήγορε ἡμῶν, τοὺς εὐσπλάγχνους σου ὀφθαλμοὺς ἐφ’ ἡμᾶς ἐπίστρεψον, καὶ Ἰησοῦν τὸν εὐλογημένον καρπὸν τῆς κοιλίας σου μετὰ τὴν ὑπερορίαν ταύτην ἡμῖν ἀνάδειξον. Ὦ ἐπιεικὲς, ὦ εὔσπλαγχνε, ὦ ἡδεῖα παρθένε Μαρία.

Στ. Εὔχου ὑπὲρ ἡμῶν Θεοτόκε ὑπεραγία.

Ἀποκρ. Ὅπως ἀξιωθῶμεν τῶν ἐπαγγελιῶν τοῦ Χριστοῦ.

Εὐχώμεθα.

Παντοκράτορ ἀΐδιε Θεέ, ὁ τῆς ἐνδόξου παρθενομήτορος Μαρίας σῶμά τε καὶ ψυχήν, ὡστ’ ἐπάξιον τοῦ υἱοῦ σου κατασκήνωμα γενέσθαι, συνεργίᾳ τοῦ ἁγίου πνεύματος προετοίμασας, παράσχου ἵνα ἧς τῇ μνήμῃ χαίρομεν, ταύτης τῇ εὐσπλάγχνῳ μεσιτείᾳ ἀπὸ τῶν ἐπικειμένων δεινῶν καὶ τοῦ αἰωνίου θανάτου ῥυσθῶμεν, δι’αὐτοῦ Χριστοῦ τοῦ κυρίου ἡμῶν.

Στ. Ἡ θεία βοήθεια διαμενέτω ἀεὶ μεθ’ ἡμῶν.

Ἀποκρ. Ἀμήν.

E. Bianchi sulla Comunione in bocca

Dal blog di E. Bianchi:

In ambito cattolico resta la libertà, per il fedele, di ricevere la comunione in bocca secondo le leggi della chiesa. Perché allora questo accanimento a voler imporre la comunione sulla mano? Possibile che si ricada sempre nel rigidismo e non si accetti che questo momento possa essere vissuto in modalità diverse da fratelli e sorelle?

Leggi il post completo qui.

Misa ad orientem. A ver si aprendemos a quién hay que preguntar

Los hay que poco menos que se escandalizan porque dicen que [celebrar la Misa ad orientem] es volver a lo antiguo, que huele a naftalina, y que es una falta de educación dar la espalda a los fieles. Como pueden imaginar, ante la solidez litúrgica, teológica e histórica de tales razonamientos no merece la pena exponer todo un argumentario.
[…]
Y en lo de la falta de respeto a los fieles por darles la espalda, sí es por eso, mayor falta de respeto es celebrar dando la espalda al sagrario y a todas las imágenes del retablo. Curioso y para sacar conclusiones: es falta de respeto dar la espalda a los fieles pero no a Dios.

El post completo de Jorge González Guadalix aquí.