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(Ordo Missæ with sung parts)
Auxilia ad Missam in forma ordinaria celebrandam secundum Œcumenicum Concilium Vaticanum II
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(Ordo Missæ with sung parts)
From The Catholic Herald:
Pope Francis has praised the teaching of Latin as a means of helping young people reflect “on the inner and intimate essence of the human being.”
The Pope said the great Latin texts of the early Church could help steer young people away from the superficial obsession of the modern age.
Sorprenderà molti, ma non occorre alcuna autorizzazione per celebrare in latino. Infatti, non è possibile proibirlo, in quanto è ancora la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana e sempre adatta per la Santa Messa.
It may come as a surprise to many, but no permission is needed for celebrating Mass in Latin. In fact, the use of Latin cannot be prohibited. It is still the language of the Roman Catholic Church and always suitable for Holy Mass.
Traduzione italiana di D. Giorgio Rizzieri qui.
Original in English here.
16/3/2003
Da milleseicento anni la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana è il latino, come della Chiesa di Costantinopoli è il greco antico, di quella di Mosca lo slavo ecclesiastico, dei luterani il tedesco medievale. Il latino è quindi anche la lingua della liturgia romana, come di altre liturgie occidentali: segno di unità ecclesiale che travalica tempo e spazio, perché collega le generazioni cristiane dai primi secoli sino ad oggi, e perché permette a tutti i cattolici di unirsi in una sola voce; è la chiesa universale che prega per bocca dei suoi figli senza distinzione di razza e cultura.
Articolo completo:
http://lanuovabq.it/it/le-ragioni-del-ritorno-del-latino-in-chiesa
Secondo Giovanni XXIII, se le verità cattoliche fossero affidate alle lingue moderne, soggette a mutamento, il loro senso non sarebbe manifesto con sufficiente chiarezza e precisione, senza il latino mancherebbe una lingua comune e stabile con cui confrontare il significato delle altre (cfr Costituzione apostolica Veterum sapientia, 22 febbraio 1962). Quindi, il latino tutela la dottrina in ragione del fatto che non è più soggetto a mutazioni; inoltre, papa Giovanni, non mancò di sottolineare il carattere “unitivo” della lingua latina anche «nel presente momento storico, in cui, insieme con una più sentita esigenza di unità e di intesa fra tutti i popoli, non mancano tuttavia espressioni di individualismo». Per questo, tale idioma «può ancora oggi rendere nobile servizio all’opera di pacificazione e di unificazione», giacché, non essendo legato «agli interessi di alcuna nazione, è fonte di chiarezza e di sicurezza dottrinale, è accessibile a quanti abbiano compiuto studi medi e superiori; e soprattutto è veicolo di reciproca comprensione.
Articolo completo:
http://lanuovabq.it/it/liturgia-e-traduzioni-il-rovesciamento-delle-gerarchie
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum nostrum.
Qui coram eléctis téstibus suam glóriam revelávit,
et commúnem illam cum céteris córporis formam
máximo splendóre perfúdit,
ut de córdibus discipulórum crucis scándalum tollerétur,
et in totíus Ecclésiæ córpore declaráret impléndum
quod eius mirabíliter præfúlsit in cápite.
Et ídeo cum cælórum virtútibus
in terris te iúgiter celebrámus,
maiestáti tuæ sine fine clamántes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra glória tua.
Hosánna in excélsis.
Benedíctus qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
© Copyright – Libreria Editrice Vaticana
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum nostrum.
Quóniam Virgo Deípara hódie in cælos assúmpta est,
Ecclésiæ tuæ consummándæ inítium et imágo,
ac pópulo peregrinánti certæ spei et solácii documéntum;
corruptiónem enim sepúlcri
eam vidére mérito noluísti,
quæ Fílium tuum, vitæ omnis auctórem,
ineffabíliter de se génuit incarnátum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti,
te laudámus, in gáudio confiténtes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra glória tua.
Hosánna in excélsis.
Benedíctus qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
© Copyright – Libreria Editrice Vaticana
One could use within a vernacular celebration almost any Latin element, especially if is to be sung. For example, all of the hymns and most of the antiphons have proper Latin melodies which can be used. Latin can be used as well for the Gospel canticles and the Te Deum.
Read the complete article on Zenit by Father Edward McNamara, L.C..
Si può utilizzare all’interno di una celebrazione in lingua locale quasi qualsiasi elemento in latino, specialmente se destinato al canto. Per esempio, tutti quanti gli inni e la maggior parte delle antifone sono dotate di adeguate melodie in latino che si possono usare. Il latino può essere utilizzato anche per i cantici del Vangelo e il Te Deum.
Leggere l’articolo completo su Zenit di Padre Edward McNamara, L.C.